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L’acume di Cappuccetto Rosso

Vedete bambini, non è difficile scrivere una favola.
Si prendono due o tre deficienti a caso e si mettono in un castello o in un bosco…
Vi faccio un esempio: Cappuccetto Rosso è una favola popolata esclusivamente da imbecilli.

– La nonna di Cappuccetto Rosso vive nel bosco e tiene novantacinque anni.
Ma vai all’ospizio, cretina! Come ti viene in mente a novantacinque anni di vivere nel bosco da sola, che costringi i parenti ad andare avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro, per la foresta?!
E poi uno si stupisce se la gente lascia i nonni sull’autostrada d’estate! E’ logico!!!

– La mamma di Cappuccetto Rosso è un’altra scimunita. Dà alla bambina il cestino e le dice:
“Tieni, vai dalla nonna e portale da mangiare! Ciao, in bocca al lupo”.
Cappuccetto Rosso immediatamente si gratta!

– Arrivata nel bosco incontra il lupo più imbecille della storia del WWF, che non se la mangia ma chiede ansioso: “Dove vai bella bambina?” “Dalla nonna” risponde lei. E il lupo, invece di mangiarsela sul posto, come farebbe un lupo con un normale quoziente intellettivo, va a casa della nonna e mette in piedi una sceneggiata che al confronto Mario Merola non è nessuno!

Arriva alla casetta e bussa.
“Toc, toc”
“Chi è?”
“Cappuccetto Rosso”
“Avanti”

– E qui abbiamo la conferma che la nonna è completamente arteriosclerotica:
mò, pure se Cappuccetto Rosso tiene la voce di Fausto Leali durante una crisi d’asma, come può la nonna confonderla con un lupo?

– A questo punto il lupo entra e si mangia la nonna. Notare l’educazione del lupo che non sarebbe mai entrato a mangiarsi qualcuno senza bussare.

– Qui avviene il capolavoro della storia. La vera genialità: il lupo invece di mettersi dietro la porta con una mazza e dire: “Mò, quando arriva la creatura le do una mazzata in faccia, l’allesso e poi me la sgranocchio”, nooo! Il lupo che fa?! Si mette la camicia d a notte della nonna, la cuffietta con le orecchie che escono attraverso apposite asole che lui stesso ha approntato (si sa che i lupi sono sarti provetti) e si infila nel letto.

– Arriva Cappuccetto Rosso, che i più intimi chiamano Einstein per la sua intelligenza pronta e vivace, entra, guarda il lupo e invece di chiamare il 113, oppure dirgli: “Imbecille, come ti sei combinato, hai perso completamente tutta la dignità di lupo, guarda là, sembri Ave Ninchi”, come reagisce??? Dice: “Oh, nonna, che peli lunghi che hai!”

– Ora bambini: chiunque di voi possieda un cane provi a mettergli una cuffia e un paio di occhiali da vista e veda se somiglia alla nonna!
Se sì, fate abbattere vostra nonna o consegnatela alle autorità. Ora… è vero che la nonna non ha riconosciuto la voce del lupo da quella della nipote, d’accordo, ma la nonna tiene novantacinque anni e può essere rincoglionita. Ma Cappuccetto Rosso come fa a non distinguere sua nonna da un lupo con una cuffietta?! Ma chi tiene per nonna? King Kong? Pur e se quella non si fa la ceretta dal 1931, chi è? Lucio Dalla? Lo Yeti?

– Comunque, tutto è bene quel che finisce bene e il lupo se la mangia…

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Il napoletano ed il francese

Non se la prendano i francesi per questa barzelletta poco politically correct… 😉

Un napoletano in Francia sta consumando il suo “petit dejuner” (caffè, croissant, pane, burro e marmellata) quando un francese, masticando la sua immancabile gomma, si siede accanto a lui. Il napoletano lo ignora vistosamente, ma nonostante tutto il francese l’apostrofa: “Voi il pane lo mangiate tutto?”

Il napoletano risponde, di malumore: “Certamente.”

Il francese fa un bel palloncino con la gomma: “Noi no. In Francia noi mangiamo solo la mollica. La crosta la raccogliamo in un contenitore, la ricicliamo, la trasformiamo in croissant e la vendiamo a Napoli.”, prosegue, con una smorfietta insolente.

Il napoletano resta in silenzio.

Il francese insiste: “Ci metti la marmellata, sul pane?”

Il napoletano: “Certamente.”

Il francese, rigirando la gomma tra i denti e ridacchiando, fa: “Noi no. In Francia a colazione noi mangiamo la frutta fresca, mettiamo tutte le bucce e gli scarti in un contenitore, li ricicliamo, ne facciamo marmellata e li vendiamo a Napoli.”

Il napoletano allora chiede: “Voi francesi fate sesso?”

Risponde: “Ma certo!”, con un gran sorriso.

“E cosa fate coi preservativi usati?” prosegue il napoletano.

“Li gettiamo via, naturalmente.”

“Noi no” conclude il napoletano. “a Napoli, li mettiamo in un contenitore, li ricicliamo, li trasformiamo in gomma da masticare e li vendiamo in Francia.”

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Cosa ti motiva?

Leggi la domanda e prova a trovare la risposta. Solo dopo guarda il risultato. Non è una domanda a trabocchetto.

 

Un donna, mentre era al funerale di sua mamma, vide un uomo e s’innamorò perdutamente di lui .Pensò che fosse l’uomo della sua vita, ma non gli chiese né nome né numero di telefono e quindi non poté vederlo di nuovo.

Alcuni giorni più tardi, questa donna uccise la propria sorella.

 

DOMANDA: perché l’ha uccisa?

 

Rifletti prima di rispondere.

 

 

 

 

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Hai pensato abbastanza???

 

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RISPOSTA: sperava di vederlo ancora al funerale di sua sorella!!!

 

Se hai risposto bene, pensi come uno psicopatico. L’autore di questa prova è un famoso psicologo americano che la usa per controllare chi ha mentalità di assassino.

Tanti serial killer che sono stati detenuti hanno partecipato alla prova rispondendo in modo giusto. Se non è il tuo caso, perfetto. Ma se hai risposto bene, avvisami per eliminarti dalla mia rubrica!!!!!

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Illusioni ottiche

Appassionati di illusioni ottiche?
Eccovi un po’ di immagini che il nostro cervello percepisce come se fossero in movimento, anche se chiaramente non lo sono:

Akiyoshi’s illusion pages

Buon divertimento!

Serpenti fermi o... in movimento

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Chiodi Barlenga

C’era una volta un industriale bresciano che si chiamava Aristide Barlenga ed aveva un’azienda che produceva chiodi forgiati. Vista l’enorme richiesta e la produzione in crescita, decise di ingrandirsi, e perché no, di farsi un po’ di pubblicità.

Si rivolge così ad un’agenzia che ben contenta gli dice che preparerà uno spot e che lo farà trasmettere su tutte le reti ad una certa data. Unica clausola: “non è possibile vedere in anteprima lo spot girato”. Pur chiedendosi come mai e perché, comunque accetta. Dopo alcune settimane gli telefona il direttore dell’agenzia e gli dice che lo spot verrà trasmesso all’ora di massimo ascolto su canale5, italia1 e rete4. Preparato lo spot l’agenzia comunica al Sig. Barlenga la data fatidica: il giorno dopo. Alla sera della trasmissione Aristide e la famiglia sono davanti al televisore in trepida attesa.

Ore 21:00. Si accendono i televisori. Nebbia. Una telecamera si aggira tra le nebbie, sale un piccolo crinale. Le nebbie si diradano e compaiono tre croci. Lo zoom va su quella di mezzo con un Cristo in croce, poi un ulteriore zoom sul chiodo della mano insanguinata. Sulla testa del chiodo dove sta scritto : “CHIODI ARISTIDE BARLENGA”. (famiglia in evidente stato di eccitazione) E la scritta a tutto schermo che dice: “Anche i romani usavano Barlenga.” Il giorno dopo, notizie alla tv, tutti contro questa pubblicità, interrogazioni parlamentari. Il vaticano telefona personalmente all’imprenditore. Un macello. Il signor Barlenga telefona preoccupato all’agenzia: -“Mi avete rovinato, ma che razza di agenzia siete. Voglio subito un comunicato stampa di scuse.” -“Certo, certo le faremo sapere quando è pronto. ” Due settimane dopo. La telefonata dell’agenzia all’imprenditore. -“Buongiorno Signor Barlenga, abbiamo pronto un altro spot per la sua azienda” -“Vorrei visionarlo prima.” -“Sa che non è possibile, lei ha firmato un contratto, non abbia paura lo abbiamo cambiato”. -“Lo spero proprio!!”
Il giorno dopo alle 21:00 su tutte le più importanti reti tv. Si accendono i televisori. Un po’ di pausa, pubblicità di assorbenti assurde con le tipe che si lanciano col paracadute e altre ancora. Finalmente arriva lo spot : Nebbia. Siamo sul calvario e si vede Gesù con i due ladroni che salgono affaticati con la croce sulle spalle. Giunti sulla sommità i centurioni romani appoggiano una croce sul terreno vi coricano sopra un ladrone e lo inchiodano, a questo punto zoomata sulla testa del chiodo dove sta scritto : “CHIODI ARISTIDE BARLENGA”.
I centurioni appoggiano la seconda croce sul terreno vi coricano sopra il secondo ladrone e lo inchiodano, a questo punto zoomata sulla testa del chiodo dove sta scritto : “CHIODI ARISTIDE BARLENGA”. I centurioni appoggiano la terza croce sul terreno vi coricano sopra Gesù e lo inchiodano, a questo punto zoomata sulla testa del chiodo dove non c’e scritto niente (famiglia in apprensione). Le croci vengono raddrizzate. Quando tutto il lavoro e concluso ed i centurioni sono intenti a contemplare quanto hanno fatto con evidente soddisfazione, Gesù si stacca dalla croce e piomba al suolo con un tonfo. Si sente una voce di sottofondo che dice:
“SE NON SONO BARLENGA NON C’E’ CRISTO CHE TENGA!”

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Strafalcioni in italiese

Posso affliggere questi manifesti?
Riposiamoci e diamoci una rifucilata.
Tomba ha vinto lo slavo gigante.
Ai TG parlavano degli ambientalisti islamici.
Mi viene il paté d’animo.
Di fronte a queste cose rimango putrefatto.
Siamo agli antilopi.
Quando muoio mi faccio cromare.
Ho un dolore in mezzo allo sterco.
Purtroppo è nel mio carattere: sodomizzo tutto
I raggi ultra violenti.
Anche l’ottico vuole la sua parte.
Anche l’occhio va dalla sua parte.
Spezziamo un’arancia in favore della libertà.
Spezziamo un braccio in favore della pace.
Scambiamoci i connotati.
Non bisogna piangere sul latte macchiato.
Uniamo l’utero al dilettevole.
Arrivano certe zampate di caldo.
Piume di stronzo.
Mi sono dato la zuppa sul piede.
C’è peluria di operai.
Ha studiato da solo. E’ un auto di latta.
Da vicino vedo bene, da lontano sono lesbica.
Non facciamoci prendere dall’orgasmo.

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Il contadino cinese

In un remoto angolo rurale della Cina vivevano un contadino, la moglie e un unico figlio. Non possedevano terreni né denaro, ma solo una cavalla che usavano per trainare il carro o l’aratro. La loro vita era molto semplice e forse proprio per questo serena.

Una notte, durante la stagione dei monsoni, un temporale spaventò la cavalla che saltò lo steccato e scappò. Nel paese tutti parlavano della disgrazia di quel contadino che aveva perso l’unico bene che aveva. Quando lo incontravano si dicevano dispiaciuti, ma lui rispondeva “Non è detto che sia un male…”

Qualche giorno dopo la cavalla ritornò seguita da quattro robusti cavalli selvaggi. Subito la notizia si sparse ed i vicini si congratulavano per la fortuna che gli dei gli avevano riservato. Il contadino, con uno sguardo a metà tra il preoccupato e il divertito, rispondeva “Non è detto che sia un bene…” e lasciava tutti interdetti.

I fatti sembrarono dar ragione al suo atteggiamento quando suo figlio, cercando di domare uno dei cavalli, cadde e si ruppe una gamba. Una cosa seria nell’antica Cina rurale. Il padre però aveva pronta la sua frase per consolare il figlio: “Non è detto che sia un male…”

In quella stessa settimana arrivò la notizia dell’inizio della guerra: tutti i giovani sani sarebbero stati immediatamente arruolati e mandati al fronte, ma quando il reggimento passò per il paese il figlio del contadino fu scartato e fu così che scampò alla battaglia in cui l’intero reggimento fu sterminato.

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Il giardino da zappare

Un anziano che vive nelle campagne del Milanese, nella primavera si faceva aiutare dal figlio a ripiantare il giardino, ma poiché suo figlio era in prigione, quest’anno non lo poteva aiutare.

L’anziano scrivendo al figlio in prigione, gli spiegava questa sua piccola tragedia:

“Mi sento molto triste poiché quest’anno non posso ripiantare il giardino come ogni anno. Sono troppo vecchio per farlo io da solo. Se tu fossi qui, non sarei cosi triste, poiché ci penseresti tu a rizapparmi tutto il giardino”.

Un paio di giorni più tardi l’anziano riceve una lettera dal figlio:

“Caro papà, per l’amor di Dio, non zappare il giardino. Lì ho nascosto tutti i miei soldi e la droga da vendere”.

Alle sei del seguente mattino, la polizia arriva e scava per tutto il giardino senza trovare traccia ne’ di soldi ne’ di droga.
Scusandosi con l’anziano signore vanno via. Più tardi durante lo stesso giorno, il padre riceve una lettera dal figlio:

“Caro papà, Adesso puoi ripiantare il giardino. E’ stato il meglio che ho potuto fare considerando le circostanze. Un abbraccio, tuo figlio”.

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auguri legali

Per chi non vuole correre rischi…

Auguri a prova di avvocato

Io sottoscritto (d’ora in avanti "l’Augurante") chiedo al mio
interlocutore (d’ora in avanti "l’Augurato") di accettare senz’alcun
obbligo, implicito o esplicito, i voti più sinceri dell’Augurante (d’ora in
avanti "gli Auguri") affinché l’Augurato possa trascorrere nel
migliore dei modi (ove nella frase "migliore dei modi" si sottintende
da parte dell’Augurante e si presuppone da parte dell’Augurato un atteggiamento
che tenga conto delle problematiche di carattere sociale, ecologico e
psicologico, che non sia causa di tensione e/o competizione, né comporti o
favorisca alcun tipo di assuefazione o di discriminazione, sia sessista,sia di
diverso carattere) per la festività coincidente al Solstizio d’Inverno
convenzionalmente nota come "Natale", ma che può essere chiamata e
celebrata dall’Augurato secondo le sue tradizioni religiose e/o laiche, premesso
il debito rispetto nei confronti delle tradizioni religiose e/o laiche di
persone di qualunque razza, credo o sesso diverse dall’Augurato, ivi comprese
coloro che non praticano alcuna tradizione religiosa e/o laica.
Qualsiasi riferimento a qualunque divinità, figura mitologica, personaggio
tradizionale, reale o leggendario, vivo o morto che sia; a simboli (ove sono
compresi tra l’altro – ma non limitatamente – canti
e
rappresentazioni artistiche, letterarie e sceniche) religiosi, mitologici o
della tradizione che possa essere ravvisato direttamente o indirettamente nei
presenti Auguri non implica da parte dell’Augurante alcun sostegno nei confronti
della figura o del simbolo in questione.
L’Augurante chiede inoltre all’Augurato di accettare gli auguri per un felice
(ove l’aggettivo "felice" viene definito tra l’altro – ma non
limitatamente – come "gratificante dal punto di vista personale,
sentimentale e finanziario e privo di complicazioni di carattere medico,
dirette
o indirette") anno .
L’Augurante sottolinea che la datazione "" è qui considerata come

convenzionale, così com’è considerata convenzionale la data del
Gennaio come inizio dell’anno, e dichiara il suo
assoluto rispetto per altri tipi di datazione legati alle differenti culture
religiose e/o laiche di cui l’Augurante riconosce il prezioso contributo allo
sviluppo dell’attuale società multietnica.

Augurante e Augurato convengono inoltre su quanto segue:

– Gli Auguri valgono a decorrere dalla data del presente accordo fino al 31
Dicembre , dopodiché dovranno essere esplicitamente rinnovati da
parte
dell’Augurante.

– Gli Auguri non implicano alcuna garanzia che i voti di
"felicità" espressi dall’Augurante trovino un effettivo riscontro
nella realtà dell’Augurato, il quale non potrà attribuire all’Augurante alcuna
responsabilità civile e/o penale e/o morale per la loro mancata realizzazione.

– Gli Auguri sono trasferibili a terzi purché il testo originale non subisca
modifiche o alterazioni. La libera diffusione del testo non implica tuttavia il
pubblico dominio del testo stesso, i cui diritti appartengono in ogni caso al
detentore del copyright.

– L’Augurante declina ogni responsabilità derivata dall’utilizzo degli
Auguri al di fuori dai limiti prescritti; in particolare, l’Augurante declina
ogni responsabilità per eventuali danni fisici o morali all’Augurato e/o a
persone e/o sistemi informatici a lui collegati derivati dall’invio degli Auguri
mediante E-Mail o qualunque altro metodo di trasmissione, elettronico o di
diverso genere, attualmente in uso, in fase di sperimentazione o non ancora
inventato.

Ciò stabilito

Buon Natale e Buon

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L’inferno è endotermico o esotermico?

UNIVERSITA` DI GENOVA – CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA

Un professore di termodinamica ha assegnato un’esercitazione a casa agli studenti del suo corso di laurea. Il compito consisteva in una domanda: “L’inferno e` esotermico (libera calore) o endotermico (assorbe calore)? Sostenete la risposta con delle prove”. La maggior parte degli studenti ha cercato di dimostrare le proprie convinzioni citando la legge di Boyle (un gas si raffredda quando si espande e si riscalda quando viene compresso), o alcune sue varianti. Uno di loro, tuttavia, ha scritto quanto segue.
“Innanzitutto, dobbiamo sapere come cambia nel tempo la massa dell’inferno.
E quindi abbiamo bisogno di stabilire i tassi di entrata e uscita dall’inferno delle anime. Credo che possiamo tranquillamente assumere che, quando un’anima entra all’inferno, non è destinata a uscirne. Quindi, nessun’anima esce. Per quanto riguarda il numero di anime che fanno il loro ingresso all’inferno, prendiamo in considerazione le diverse religioni attualmente esistenti al mondo. Un numero significativo di esse sostiene che se non sei un membro di quella stessa religione andrai all’inferno. Siccome di queste religioni ce n’e` più di una, e visto che le persone abbracciano una sola fede per volta, possiamo dedurne che tutte le persone e tutte le anime finiscono all’inferno. Dunque, stanti gli attuali tassi di natalita` e mortalita` della popolazione mondiale, possiamo attenderci una crescita esponenziale del numero di anime presenti all’inferno. Ora rivolgiamo l’attenzione al tasso di espansione dell’inferno, poiche` la legge di Boyle afferma che, per mantenere stabile la temperatura e la pressione dentro l’inferno, il volume dello stesso deve crescere proporzionalmente all’ingresso delle anime.

Questo ci da` due possibilità:

1) se l’inferno si espande a una velocita` minore di quella dell’ingresso delle anime, allora temperature e pressione dell’inferno saranno destinate a crescere, fino a farlo esplodere;

2) naturalmente, se l’inferno si espande piu` velocemente del tasso d’ingresso delle anime, allora temperatura e pressione scenderanno fino a quando l’inferno non si congelera`.

Dunque, quale delle due è l’ipotesi corretta?
Se accettiamo il postulato comunicatomi dalla signorina Teresa Baghini durante il mio primo anno all’universita`, secondo il quale “fara` molto freddo all’inferno prima che io te la dia”, e considerando che ancora non ho avuto successo nel tentativo di avere una relazione sessuale con lei, allora l’ipotesi 2 non può essere vera. Quindi l’inferno e` esotermico”.

Lo studente ha preso l’unico 30. 🙂