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Uscire dall’Euro per abbassare il debito pubblico?

Tra i sostenitori dell’uscita dall’Euro molti sostengono che lo Stato italiano potrà rimborsare i creditori pagandoli con la nuova valuta svalutata, quindi “I proprietari stranieri dei titoli di Stato italiani dovrebbero accettare una perdita”. Invece gli italiani invece verrebbero rimborsati in Euro? No, vero? No, anche gli italiani avrebbero una perdita, dato che la nuova valuta avrebbe un valore inferiore all’Euro. Non nascondiamocelo: tutti gli asset italiani sarebbero di colpo svalutati e si salverebbero solo i capitali portati all’estero in anticipo.

Il valore reale del debito pubblico in questo scenario scenderebbe subito di una percentuale pari alla svalutazione delle nuova moneta, ma anche trascurando la (sicura) eventualità di enormi cause legali da parte dei creditori (esteri e domestici) che, avendo prestato moneta buona, si vedono rimborsare moneta cattiva, proviamo ad immaginare cosa succederà quando lo stato avrà di nuovo bisogno di risorse per finanziare la spesa. Avendo una moneta sovrana ora le alternative sono due: accanto alla solita possibilità di chiedere denaro in prestito emettendo titoli di debito c’è la nuova possibilità di stampare la moneta che serve.
La libertà di stampare moneta è una libertà molto simile a quella di emettere assegni senza limiti: è estremamente facile abusarne. E di fatto tutte le volte che l’emissione di moneta è stata fatta per alimentare la spesa pubblica è rapidamente sfuggita di mano provocando iperinflazione, cioè quella situazione in cui i prezzi delle merci aumentano di giorno in giorno e la valuta, per la quantità con cui viene stampata, finisce per non valere più nulla. Qualche caso storico? http://it.wikipedia.org/wiki/Iperinflazione#Esempi_storici
Imaginate una partita a Monopoly in cui i giocatori possono stamparsi le banconote a piacere: che succederebbe ai prezzi dei terreni? In termini nominali salirebbero alle stelle, anche se Parco della Vittoria continuerebbe ad avere lo stesso valore reale.
Uno stato che chiede denaro in prestito promettendo di restituirlo deve essere credibile: più il creditore si fida e più si accontenterà di interessi bassi. Se invece gli investitori ed i risparmiatori pensano che un debitore possa fregarli e non rimborsare tutto il prestito, o rimborsarlo con valuta svalutata, chiederanno un tasso di interesse elevato per prestare il loro denaro. E se il debitore ha dimostrato in passato di essere inaffidabile può anche non trovare nessuno disposto a prestargli alcunché.
Un creditore che abbia l’abitudine di stampare moneta a piacere troverà quindi dei risparmiatori disposti a prestargli denaro solo ad un tasso superiore a quello dell’inflazione attesa. Cioè, se mi aspetto che lo stato stampi moneta tanto da svalutarla del 10% in un anno, io chiederò un tasso di interesse del 10%+il tasso reale che voglio ottenere.
Dalla svalutazione non c’è quindi alcun risparmio a lungo termine sul debito pubblico.
E che succederebbe ai redditi dei lavoratori? Ecco qui le risposte

1 risposta su “Uscire dall’Euro per abbassare il debito pubblico?”

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