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Informatica

Retrocomputing – o Pasqua di resurrezione.

Dato che è Pasqua e si parla di resurrezione, rinascita e rinnovamento, ho pensato che fosse il giorno giusto per dedicare un po’ di attenzioni ad una macchina ritrovata tra i rottami due mesi fa. Non avevo potuto lasciarla dov’era: si tratta dello stesso modello del primo computer che ho posseduto da giovanissimo, il primo con cui ho affrontato problemi di compatibilità, il secondo (contando lo sharp pocket PC come primo) su cui ho scritto qualche riga di Basic.

Dato il luogo del ritrovamento non posso escludere che si tratti proprio dello stesso computer che ho posseduto ormai 30 anni fa e la relativa rarità del modello me lo fa ritenere anche probabile. Tra gli MSX i più diffusi in zona erano senza dubbio i Fenner SPC 800, seguiti dai Philips 8220 mentre i Toshiba erano piuttosto rari. Non esistevano circoli online in cui parlare di giochi e conoscere altri proprietari, ma nella mia scuola e nei dintorni la maggioranza delle macchine erano Commodore 64. Poi c’erano Vic 20, Sinclair Specrtum, un Atari 520 ed in seguito arrivarono qualche Commodore 128 gli Amiga. Si videro ben pochi MSX 2.

Venendo alla macchina risorta, l’intervento è stato piuttosto semplice: aperto lo chassis e sostituito il cavo di alimentazione che era stato brutalmente tranciato, il personal computer Toshiba HX-20 , collegato con un cortissimo cavo all’ingresso video del proiettore, è tornato a dare segni di vita mostrando il peculiare splash screen con grattacieli e sembrano perfettamente funzionanti il sistema operativo MSX ed il word processor integrato. Per questo computer sembra che il tempo non sia passato! Peccato non avere qualche cassetta o qualche cartuccia con cui provarlo. Fortunatamente si trovano online gli emulatori in flash dei giochi d’epoca, come questo R type che stava su una cartuccia dalla sconvolgente capacità (per l’epoca) di 512 KByte. Oggi non ci starebbe dentro neanche una foto scattata col cellulare. 🙂

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Energia

Presa temporizzata programmabile LIDL HBT 144 EU: come si aggiusta

Come molti altri qualche anno fa ho acquistato una presa temporizzata programmabile LIDL HBT 144 EU che ad un certo punto ha smesso di funzionare.
presa temporizzata LIDL HBT 144 EU


Le batterie ricaricabili erano esauste e non si ricaricavano più. Si trattava di due ricaricabili a bottone marchiate 3oH che risultano introvabili (o reperibili al prezzo di 10 nuove prese temporizzate!).
Le batterie introvabili 30H

 

Eccoci davanti ad un’altra battaglia contro l’obsolescenza programmata. Nella progettazione il produttore (sembra prodotto da Brennenstuhl) non ha tenuto in conto la necessità di sostituire le batterie e quindi ne ha usato un modello difficilmente reperibile. Oppure ha scelto quel modello proprio per rendere difficile la sostituzione e quindi spingere all’acquisto di un apparecchio nuovo. Come ovviare al problema e recuperare un apparecchio evitando di produrre altri rifiuti elettronici?

La mia soluzione è stata aprire il guscio (viti ad incavo triangolare, ma basta un cacciavite piatto delle dimensioni giuste ed un minimo di pazienza), individuare i fili di alimentazione rosso e nero

In evidenza i punti in cui tagliare

che dal vano batterie vanno ai circuiti, interromperli e collegarli ad un’altra alimentazione.

Dato che avevo in casa delle batterie ministilo (AAA, se preferite) ricaricabili di bassa capacità inutilizzate, mi sono procurato un portapile ministilo a due posti ed ho provato a vedere se poteva essere incorporato all’interno del guscio della presa.

Lo spazio c'è

Fortunatamente lo spazio è sufficiente e quindi una volta testato il funzionamento ho potuto richiudere tutto e godermi una presa temporizzata programmabile di nuovo perfettamente funzionante.

presa temporizzata Lidl HBT 144 EU richiusa dopo la sostituzione delle batterie
presa temporizzata Lidl HBT 144 EU richiusa dopo la sostituzione delle batterie

Il “gioco” avrebbe potuto riuscire per un po’ anche con delle batterie non ricaricabili, ma si sarebbero presto scaricate o addirittura rovinate a causa della tensione di ricarica che il circuito applica.

Avete perso il manuale? Eccolo scansionato!

Manuale italiano per la presa temporizzata LIDL HBT 144 EU:

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qui invece il manuale tedesco / olandese / spagnolo per la presa temporizzata programmabile LIDL HBT 144 EU

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Economia

Uscire dall’Euro per abbassare il debito pubblico?

Tra i sostenitori dell’uscita dall’Euro molti sostengono che lo Stato italiano potrà rimborsare i creditori pagandoli con la nuova valuta svalutata, quindi “I proprietari stranieri dei titoli di Stato italiani dovrebbero accettare una perdita”. Invece gli italiani invece verrebbero rimborsati in Euro? No, vero? No, anche gli italiani avrebbero una perdita, dato che la nuova valuta avrebbe un valore inferiore all’Euro. Non nascondiamocelo: tutti gli asset italiani sarebbero di colpo svalutati e si salverebbero solo i capitali portati all’estero in anticipo.

Il valore reale del debito pubblico in questo scenario scenderebbe subito di una percentuale pari alla svalutazione delle nuova moneta, ma anche trascurando la (sicura) eventualità di enormi cause legali da parte dei creditori (esteri e domestici) che, avendo prestato moneta buona, si vedono rimborsare moneta cattiva, proviamo ad immaginare cosa succederà quando lo stato avrà di nuovo bisogno di risorse per finanziare la spesa. Avendo una moneta sovrana ora le alternative sono due: accanto alla solita possibilità di chiedere denaro in prestito emettendo titoli di debito c’è la nuova possibilità di stampare la moneta che serve.
La libertà di stampare moneta è una libertà molto simile a quella di emettere assegni senza limiti: è estremamente facile abusarne. E di fatto tutte le volte che l’emissione di moneta è stata fatta per alimentare la spesa pubblica è rapidamente sfuggita di mano provocando iperinflazione, cioè quella situazione in cui i prezzi delle merci aumentano di giorno in giorno e la valuta, per la quantità con cui viene stampata, finisce per non valere più nulla. Qualche caso storico? http://it.wikipedia.org/wiki/Iperinflazione#Esempi_storici
Imaginate una partita a Monopoly in cui i giocatori possono stamparsi le banconote a piacere: che succederebbe ai prezzi dei terreni? In termini nominali salirebbero alle stelle, anche se Parco della Vittoria continuerebbe ad avere lo stesso valore reale.
Uno stato che chiede denaro in prestito promettendo di restituirlo deve essere credibile: più il creditore si fida e più si accontenterà di interessi bassi. Se invece gli investitori ed i risparmiatori pensano che un debitore possa fregarli e non rimborsare tutto il prestito, o rimborsarlo con valuta svalutata, chiederanno un tasso di interesse elevato per prestare il loro denaro. E se il debitore ha dimostrato in passato di essere inaffidabile può anche non trovare nessuno disposto a prestargli alcunché.
Un creditore che abbia l’abitudine di stampare moneta a piacere troverà quindi dei risparmiatori disposti a prestargli denaro solo ad un tasso superiore a quello dell’inflazione attesa. Cioè, se mi aspetto che lo stato stampi moneta tanto da svalutarla del 10% in un anno, io chiederò un tasso di interesse del 10%+il tasso reale che voglio ottenere.
Dalla svalutazione non c’è quindi alcun risparmio a lungo termine sul debito pubblico.
E che succederebbe ai redditi dei lavoratori? Ecco qui le risposte
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Bufale Economia

Uscire dall’Euro per aumentare i redditi?

Quale impatto avrebbe sui redditi uscire dall’Euro e sostituirlo con una nuova valuta svalutata? Ci potremmo permettere un tenore di vita migliore?

Per i lavoratori dipendenti ed i pensionati la risposta è semplice: No. Avrebbero un reddito reale ed un potere d’acquisto inferiori.Intendiamoci, se misuriamo il potere d’acquisto dello stipendio con la capacità di acquistare servizi labor intensive, come taglio di capelli, ripetizione, riparazioni, ecc, allora il potere d’acquisto resterebbe più o meno uguale, dato che il costo di questi servizi si svaluterebbe svalutandosi lo stipendio reale dei lavoratori che li erogano, ma se misuriamo il potere d’acquisto con la capacità di acquistare ad esempio benzina (importata), banane (importate), merci estere in generale, vediamo che lo stipendio espresso nelle nuova valuta svalutata non permette di mantenere i consumi precedenti.
E non è un problema limitato alle merci importate. Infatti si estende anche a tutte le merci prodotte in Italia e facilmente esportabili. Ad esempio un mobiliere che produce un tavolo in noce prodotto con legno italiano che costi 50€ di materiali e 100€ di manodopera italiana oggi lo vende a 200€ sia in Italia che all’estero. Dopo la svalutazione della moneta, il costo della manodopera è sceso, ad esempio da 100 a 60€ in caso di una svalutazione del 40%, ed è aumentato il margine di profitto: all’estero i clienti continuano a comprarlo a 200€, quindi venderlo in Italia a meno di 200€ significherebbe rinunciare a una parte degli utili. Il tavolo quindi costerà 200€ anche in Italia. Il che significa che ora per l’operaio italiano il tavolo costa 33 ore di lavoro mentre prima gliene costava 20.

La stessa cosa capiterà anche per tutte le altre merci esportabili: se all’estero qualcuno è disposto a pagare di più, il prezzo non potrà scendere neanche in Italia.
Detto in altri termini, se qualcuno non può più permettersi i consumi precedenti significa il suo reddito reale è sceso. Imprenditori e lavoratori autonomi potrebbero cercare di far fronte alla svalutazione della moneta alzando le proprie tariffe, ma per i lavoratori dipendenti sarebbe una dura lotta e per i pensionati probabilmente non ci sarebbero speranze di recuperare il potere d’acquisto.
I pensionati potrebbero consolarsi con i loro risparmi? Beh, se sono investiti in titoli di stato, no: sono stati svalutati. E se sono in immobili o in attività economiche? Il valore di un immobile è legato alla richiesta, cioè a quanto qualcuno è disposto a pagare per affittarli (o acquistarli, ma il prezzo di compravendita dipende sempre dall’alternativa dell’affitto e dai tassi d’interesse), quindi se scendono i  redditi reali scende anche la quota che può esser destinata a pagare un affitto e i prezzi degli immobili scendono. Analogamente anche il valore di una attività economica dipende dal reddito che può generare, quindi tutte le attività che non esportano e che vedono scendere i propri incassi in termini reali (anche se in termini nominali resta costante), il suo valore scende.
Quindi svalutare la moneta porta ad un effetto persino peggiore rispetto all’ipotesi di riguadagnare competitività tramite la riduzione degli stipendi, dato che nel primo caso oltre ad uno stipendio con potere d’acquisto inferiore, ci si trova ad avere anche i capitali svalutati.

Uscendo dall’Euro poi esporteremo di più

Dato che in termini reali il costo della manodopera sarebbe inferiore dopo la svalutazione, è chiaro che le merci prodotte in Italia costerebbero un po’ meno, quindi esportarle sarebbe più redditizio e ciò potrebbe spingere ad impiantare nuove aziende in Italia e ad aumentare l’occupazione.
E’ vero, questo effetto è analogo a quello che avremmo se dalla sera alla mattina abbassassimo gli stipendi di tutti i lavoratori: il reddito reale dei lavoratori scende in entrambi i casi ed in entrambi i casi ci impoveriamo. Ma dire ai lavoratori che il loro stipendio cala porterebbe a rivolte e disordini, mentre chi dice “usciamo dall’Euro” riceve pure gli applausi.

Ma se aumenta l’occupazione e le aziende lavorano di più, magari poi si rialzano gli stipendi…

No. Se gli stipendi reali tornassero al valore pre-svalutazione verrebbero a mancare i vantaggi per gli esportatori e torneremmo alla condizione di partenza. La competitività che l’Italia guadagnerebbe con la svalutazione dipende dal calo dei redditi reali dei lavoratori italiani. E l’abbiamo visto succedere svariate volte prima dell’arrivo dell’Euro: l’Italia ha svalutato più volte la Lira, dando ogni volta uno stimolo alle esportazioni e un colpo ai redditi ed ai risparmi degli italiani.
Abbiamo in quel modo risolto il problema del debito pubblico? No: sia gli stranieri che gli italiani pretendevano tassi di interesse altissimi, dato che tenevano in conto la forte inflazione ed il debito pubblico è sempre cresciuto.
Abbiamo creato una industria competitiva? No: le aziende che si sono ritrovate avvantaggiate dal cambio non hanno investito in efficienza ed in ricerca accontentandosi di competere sui prezzi. Proseguire su questa strada ci porterebbe a competere con Romania, Turchia, Cina, India. Se quello che desideriamo è una “decrescita felice” che ci porti ai redditi dei lavoratori cinesi, allora la strada della svalutazione competitiva è quella giusta.
Volete sentire cos’è stato il 1992 per chi allora si occupava di esportazioni?
“La lira, la svalutazione come strumento che facilita l’esportazione….ma chi dice queste sciocchezze ha mai venduto almeno un pacchetto di caramelle  all’estero?Io i ricordi ce li ho ancora molto limpidi e dico grazie Euro, a maggior ragione oggi che abbiamo il processo di globalizzazione in stato ben più avanzato del 1992 avremmo la decuplicazione di quelle problematiche che già allora furono  un disastro per un’Italia che muoveva i primi passi nell’esportazione,  oggi diventata l’unico strumento che tiene in piedi la nostra economia.”
link alla fonte:  http://diariohispanico.com/quella-svalutazione-del-1992/ 

Se pensate che lo Stato dovrebbe intervenire per indurre i consumatori ad acquistare di più i prodotti italiani, applicando un po’ di protezionismo, vi suggerisco questo bell’articolo: http://www.immoderati.it/2016/01/09/no-global-ovvero-partito-della-gleba/
E riguardo al debito pubblico? Ecco le risposte
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Arte Scienze

Le dimensioni contano?

Scale of The Universe 2 è una meravigliosa passeggiata tra le dimensioni dell’universo, dalle galassie alle particelle elementari passando per Marte, gli elefanti, la formica, il girasole, la muraglia cinese… tutto da esplorare e da oggi in italiano grazie all’impegno di traduttori volontari! Qui sotto vedete qualche immagine dell’opera di Cary Huang, che vi invito ad esplorare cliccando sul link e poi su “Italiano”. Non vi preoccupate se ci vorrà un minuto intero per il caricamento: ne vale la pena!

Godetevi questo viaggio cliccando qui

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Informatica

Anche le stampanti resuscitano…

La mia stampante multifunzione Samsung CLX-3170FN da un po’ di tempo dava ogni tanto il messaggio “errore di sistema, spegnere e riaccendere” e dopo un ciclo di spegnimento e riaccensione si metteva al lavoro senza storie. Qualche giorno fa ha invece deciso che spegnimenti ed accensioni non le bastavano più e si rifiutava di procedere alla stampa. Nessun aiuto veniva dai software di diagnostica. Passati più di 24 mesi dall’acquisto, e quindi fuori garanzia, l’intervento di assistenza da parte di Samsung avrebbe comportato la spedizione andata e ritorno con corriere e la sostituzione della scheda madre o del fusore (secondo http://fix-your-printer.blogspot.fr/2013/02/how-to-solve-system-error-cycle-power.html solo il fusore sarebbe coinvolto). Spesa prevedibile: tra i 140 e i 200 euro. Più o meno quanto costa comprare una nuova stampante. Dopo meno di 500 fogli stampati e con i toner ancora oltre il 50% era già diventata un ingombrante rifiuto elettronico? Sia per la spesa, sia per l’impatto ecologico, sia per la mia curiosità, ho cominciato a cercare informazioni sulle cause dell’errore e ricordare che in precedenza si fosse presentato un errore per “riscaldamento insufficiente” mi ha convinto che il colpevole fosse effettivamente il fusore, cioè l’elemento che scalda il foglio così che il toner fonda e penetri nella carta. Su eBay si trova seminuovo a 50-60 euro, nuovo a 80 e stavo per comprarne uno quando mi sono imbattuto nel provvidenziale post di SalemS su fixyourprinter http://www.fixyourownprinter.com/forums/printer/72871 che pur con scarso uso della punteggiatura mi ha indicato una soluzione taumaturgica: prendere a martellate la stampante! Beh, che c’è di strano? Fonzie con un pugno rianimava il juke-box, io oltre ad avere lo stesso fascino ho anche un martello… 🙂

i termostati montati sul fusore

Il fusore infatti ha due termostati al suo interno che svolgono appunto la funzione di interrompere il riscaldamento una volta raggiunta la temperatura e sono posti in serie tra di loro. Se uno dei due si guasta si interrompe il contatto e il fusore non riceve alimentazione, quindi non si scalda. Misurando con il tester la resistenza dei termostati (che a freddo dovrebbe essere quasi zero) è stato subito chiaro che una era interrotto e qui è entrata in scena la soluzione di SalemS: due colpi contro il piano del tavolo e tutto torna a funzionare!

I termostati svitati

Le vibrazioni hanno sicuramente spostato il filamento all’interno e ripristinato il contatto che mancava: non si sa per quanto, ma per il momento funziona e ora so che se si ripresenta il problema c’è la possibilità di risolverlo a costo zero. O cercando di sostituire i soli termostati, del costo probabile inferiore ai 5 euro.

termostati
termostati del fusore

Siete capitati qui perché anche voi avete un problema con la Samsung CLX-3170FN o con la 3175 o altre sorelle? Allora per voi ecco come si apre il pannello laterale http://www.youtube.com/watch?v=QIKdbgsbRlw e come si smonta il fusore http://fix-your-printer.blogspot.it/2012/04/how-to-replace-fuser-on-samsung-clx.html E se questa pagina vi ha fatto risparmiare un centinaio di euro o più di riparazione, fatemelo sapere nei commenti. E magari fate 10 euro di donazione ad una associazione benefica! Io suggerisco il CICAP.

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Bufale Economia Energia Scienze

free energy

Un conoscente, entusiasta per aver scoperto la “free energy”, gira alla mailing list il link ad un video:

Facendo una ricerca su energie alternative, sono incappato in questo video. Vi prego tutti quanti, prendetevi 10 minuti e guardatelo NE VALE LA PENA http://youtu.be/BGPwgXG58rE
Io in giornata contatto già un mio amico voglio sviluppare qualcosa, costi quel che costi!

Ed io, che ritengo un dovere morale difendere la verità, intervengo così:
Credo sia mio dovere cercare di evitare che preziosi entusiasmi vengano frustrati e sudate risorse economiche finiscano nelle tasche di chi non le merita. Spero di non ferire la sensibilità di nessuno, ma di carattere preferisco evitare i giri di parole, perciò parlerò chiaramente come sono abituato.
Beh, cominciare con “censurato” squalifica già il resto del video, che in effetti per la sua inconsistenza non ha possibilità di ricevere apprezzamenti al di fuori di ambienti “complottisti”.
Gli impianti militari top secret sono talmente noti che sono visitabili. E le “teorie di Tesla” sono notissime e ampiamente utilizzate persino in ciascuno dei nostri cellulari, ma non contengono le formule per ricavare energia gratuita dal nulla. L’energia viene _sempre_ da qualche parte. E, come è prevedibile, tutti gli apparati mostrati come “generatori” basati sui magneti hanno bisogno di una fonte di energia. Mettono in movimento qualcosa e poi riconvertono l’energia cinetica in energia elettrica, che, misurata “allegramente” o con premeditata malizia, si può far sembrare maggiore di quella inserita. Ma la fisica non si inganna e la batteria si esaurisce comunque, anche se le si dice “sei carica!” “vai alla grande!”. E esaurita questa il “generatore” si ferma. Naturalmente i filmati su youtube questo non lo mostrano. Ironicamente sono proprio i video che dicono di contenere verità censurate a censurare e mistificare una parte della realtà.
Di personaggi che hanno “inventato l’auto ad acqua” ce ne sono stati tanti, ma nessuno riesce a farla funzionare. Perché? Perché l’acqua è come la cenere ed il fumo: il risultato di una combustione: la combustione dell’idrogeno. Per trarne energia bisogna separare prima idrogeno ed ossigeno. Il problema è che per separarli serve più energia di quella che si ricava. Vedi Idrolisi.
E’ come dire che rotolare un masso in cima al Summano costa più energia di quella che si può ricavare facendolo rotolare giù, che pompare l’acqua dal fondovalle ad un serbatoio in alto ci costa 100 di energia per poi produrre al massimo 85, se siamo particolarmente bravi. Probabilmente meno.
Non è diverso dal mito del moto perpetuo: là si pretendeva di mostrare qualcosa che continuasse a muoversi senza richiedere energia, qui si pretende di estrarre energia da qualcosa a cui non se ne fornisce.
Una “auto che va ad acqua” è un’assurdità termodinamica tanto quanto una stufa che funzioni trasformando la cenere (e il fumo) in legna per poi bruciarla. Un’auto (così come un generico motore) può benissimo funzionare ad idrogeno. Ma l’idrogeno deve essere prima estratto (dall’acqua o da idrocarburi come il metano) e questo è un costo energetico elevato e non aggirabile.
Gli unici che riescono a trarre vantaggio da questi miti sono quelli che vendono i kit per i motori magnetici o che raccolgono soldi dagli investitori per sviluppare macchinari rivoluzionari che non funzioneranno mai, come ad esempio l’E-Cat di Rossi, o che pubblicano libri sulle free energy.
Nessuno di loro è riuscito nemmeno a rendersi autonomo dalla fornitura Enel di casa… non è una sufficiente dimostrazione che quel che propongono non funziona? Eppure è così semplice…
Un amico interviene così:
hai già detto perfettamente tu quello che avrei risposto io.. E che qui parliamo di energia, pensa quando tutti parleranno di  bilderberg, massoneria, rockfeller e rotschild che causando volutamente la crisi economica ci vogliono schiavizzare TUTTI.
Il petrolio è giá di per sé energia gratis. E abbiamo distrutto il pianeta.
Per fortuna quella poca energia che avremo nel prossimo futuro dovremo meditare bene come spenderla, e questo, spero, ci renderà più intelligenti.. ( ma non ne sono molto sicuro).
Comunque con i complottisti io non so più che fare…
Beh, di cospirazioni ne parlano già in tanti. E ultimamente hanno trovato anche un megafono che ripete dal palco le paranoie complottiste. Il lato peggiore è che tutti questi discorsi su “siamo controllati, non siamo liberi, c’è un complotto”… rafforzano nelle persone l’idea di non poter far nulla, di non avere libertà di scelta e di non essere in fin dei conti responsabili della situazione. Col risultato che si lamentano e non fanno nulla per cambiare, tranne magari votare per il nuovo pifferaio magico.
Lamentarsi della forza delle multinazionali quando ogni giorno siamo noi consumatori a mantenerle scegliendo liberamente di comprare i loro prodotti è un’ipocrisia evidente. Dare la colpa delle nostre scelte alla pressione della pubblicità è come riconoscere “non sono capace di pensare, ho bisogno che la tv mi dica cosa fare”. Che al posto della tv ora ci sia la cosiddetta “controinformazione” che gira su internet è un semplice aggiornamento dei canali.
Non è mai indolore riconoscere i propri errori, quindi quello di trovare un capro espiatorio è un meccanismo psicologico molto radicato, studiato anche dagli antropologi. Ad esempio per l’Italia in fondo sappiamo tutti che i problemi sono stati creati da milioni di evasori fiscali, milioni di pensionati troppo giovani, centinaia di migliaia di baby pensionati, forse altrettanti falsi invalidi con parecchie migliaia di medici compiacenti, tantissimi dipendenti pubblici assenteisti, funzionari corrotti e imprenditori che stavano al gioco o che il gioco lo alimentavano e dai politici eletti da tutti che promettevano a tutti, spendevano soldi pubblici e lasciavano il debito sulle spalle della generazione successiva. Sono talmente tanti quelli che hanno sottratto risorse alla collettività che tra questi abbiamo tutti un conoscente, un amico o un parente. E ci da un gran fastidio ammetterlo. Per questo i discorsi demagogici “tutta colpa dei politici” hanno tanto successo: individuare un nemico che non è tra i nostri amici ci fa sentire subito dalla parte della ragione, “perché in fondo io ho rubato poco”, oppure “la legge me lo permetteva” o ancora “ma io ho evaso per necessità, sennò non avrei potuto neanche fare le ferie a Sharm e avrei dovuto comprare vestiti non di marca”.
Prendersi le proprie responsabilità e decidere di far parte del cambiamento con una serie di piccole fatiche quotidiane è faticoso. Per questo in tanti preferiscono credere alla favola del pifferaio magico:
  • ci sono i cattivi
  • c’è una pozione magica (nel caso è la free energy, nascosta nel castello dei cattivi)
  • puoi diventare un eroe con una singola azione e poca fatica, per poi vivere di rendita
E’ una bella favola e a tutti piacciono le favole a lieto fine.

Il petrolio é giá di per sé energia gratis. E abbiamo distrutto il pianeta.
Per fortuna quella poca energia che avremo nel prossimo futuro dovremo meditare bene come spenderla, e questo, spero, ci renderà più intelligenti.. ( ma non ne sono molto sicuro).
Da quel che vedo credo che la necessità aguzzerà l’ingegno, ma credo che come umanità in generale la penuria ci renderà prima di tutto più cattivi ed egoisti e che la lotta per le risorse si inasprirà. Mi pare che siano tanti a preferire che il figlio del vicino parta per la guerra piuttosto di soffrire il caldo col condizionatore spento. O che i disoccupati vadano a rubare il pane nei supermercati piuttosto di dover pagare cento euro di imu sulla propria casa.
La solidarietà pare che funzioni solo in ambiti ristretti.
Prima di dire addio alle comodità credo che i popoli saranno disposti a chiudere un occhio o anche due sulle ricadute ambientali e a bruciare i combustibili più sporchi pur di tirare avanti.
Già ora in contrada vengono a rubarci gli ortaggi dall’orto, quindi in caso di rapido declino delle disponibilità energetiche (e quindi dell’economia e delle disponibilità alimentari) temo che l’ordine pubblico sarà un ricordo.

Comunque con i complottisti io non so più che fare…

Eh, certo! Se cerchi di farli ragionare fuori dalla favola e mostrargli il mondo reale ti dicono che anche tu fai parte del complotto… l’unico mezzo è la prevenzione: sviluppare lo spirito critico delle persone, così che di fronte ad affermazioni tra loro in contrasto ed in contrasto con la realtà siano in grado di rilevare l’assenza di coerenza interna ed esterna. Bisognerebbe partire dalle scuole medie o almeno dalle superiori.

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Scienze

metodi sostitutivi e complessità emergente

C’è una continua polemica sull’utilizzo di animali per la sperimentazione di farmaci (quella di cosmetici in Europa non si pratica più) e oltre alle posizioni contrarie basate su scelte morali (che qualcuno ritiene di avere il diritto di imporre anche agli altri) ce ne sono alcune che cercano di aggrapparsi in modo più o meno sensato a motivazioni scientifiche. Tra queste c’è quella di chi sostiene che “ci sono metodi SOSTITUTIVI” dove “sostitutivi” implica che renderebbero inutili i test su animali e che “è solo questione di tempo e di convincere gli ignoranti ricercatori” perché prendano il sopravvento.
Magari! 
Il problema che sta alla base è la complessità. Non parlo di “complicazione”, ma di complessità emergente (vedi Wikipedia) .
I sistemi complessi, come una società o un organismo, non sono la semplice somma dei loro componenti e non si comportano in modi prevedibili. Mostrano anzi delle caratteristiche e dei comportamenti nuovi di cui i componenti non mostravano alcun indizio prima di essere messi insieme. 
Un esempio semplice? Un sistema di due soli elementi: l’acqua. E’ composta da idrogeno ed ossigeno, entrambi gas a temperatura ambiente, entrambi comprimibili, uno combustibile, l’altro comburente, peso specifico bassissimo. Che cosa possiamo dedurre sull’acqua studiando separatamente i componenti? 
Ben poco, a parte il peso della molecola. Perché gli elementi tra loro si relazionano in modo non lineare e non conoscibile a priori. Non c’è un “libro del Mondo” in cui andare a controllare le formule che dobbiamo ancora scoprire.
Lo stesso accade per la società, per gli organismi e anche per oggetti inanimati come dei computer. Gli organismi sono molto di più della somma degli organi, come d’altra parte sanno bene i medici che hanno un approccio olistico. Gli organi interagiscono uno con l’altro, non vanno ognuno per conto proprio come farebbero dei tessuti in vitro.
Non è quindi questione di tempo, né di metodo. E’ proprio impossibile per come è fatto il mondo. Altrimenti ci basterebbe studiare una cellula per sapere che forma avrà un albero. O come correrà un cavallo. O riusciremmo a predire l’evoluzione demografica mondiale studiando un solo africano, un solo americano, un solo asiatico e così via. 
Non si tratta di non avere sufficiente potenza di calcolo per fare le simulazioni, si tratta di non sapere a priori quali equazioni metterci dentro. Tra parentesi, una volta note tutte le regole potremmo anche simulare ogni processo biochimico di nostro interesse, ma proprio perché conosciamo tutte le regole non avremmo più bisogno di fare sperimentazione, giacché non avremmo più nulla da scoprire.
La complessità emergente è quindi il motivo profondo per cui i “metodi sostitutivi” non potranno mai sostituire i test su organismi completi. A meno che non arrivi un genio a sovvertire tutto ciò che sappiamo di come funziona il mondo. Tutto, non solo la biologia.

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Buonumore Scienze

Il culo di un cavallo?

Avete mai letto la storia dello scartamento tra i binari ferroviari?

LO SHUTTLE È A MISURA DI CULO DI CAVALLO

Lo scartamento standard degli Stati Uniti (distanza tra le due rotaie) è di 4 piedi e 8,5 pollici (1435 mm circa). A prima vista questa misura sembra alquanto strana. Perché è stata scelta?

Perché questa era la misura utilizzata in Inghilterra, e perché le ferrovie americane sono state costruite da progettisti inglesi. Ma perché gli Inglesi le costruivano in questo modo?

Perché le prime ferrovie furono costruite dalle stesse persone che, prima dell’avvento delle strade ferrate, costruivano le linee tranviarie usando lo stesso scartamento. Ma perché i costruttori inglesi usavano questo scartamento?

Perché quelli che costruivano le carrozze dei tram utilizzavano gli stessi componenti e gli stessi strumenti che venivano usati dai costruttori di carrozze stradali, e quindi gli assi avevano la stessa larghezza e lo stesso scartamento. Ma allora perché le carrozze utilizzavano questa curiosa misura per la larghezza dell’asse?

Perché, se avessero usato un’altra distanza, le ruote delle carrozze si sarebbero spezzate percorrendo alcune vecchie e consunte strade inglesi, in quanto questa era la misura dei solchi scavati dalle ruote sul fondo stradale. Ma chi aveva provocato questi solchi sulle vecchie strade dell’Inghilterra?

Le prime strade di collegamento costruite in Europa (e Inghilterra) furono quelle costruite dall’Impero Romano per le proprie legioni. Prima di allora non vi erano strade che percorrevano lunghe distanze. E i solchi sulle strade?

I carri da guerra romani produssero i primi solchi sulle strade, solchi a cui poi tutti gli altri veicoli dovettero adeguarsi per evitare di rompere le ruote. Essendo i carri da guerra costruiti tutti per conto dell’esercito dell’Impero Romano, essi avevano tutti la stessa distanza tra le ruote.

In conclusione: lo scartamento standard di 4 piedi e 8,5 pollici deriva dalle specifiche originarie dei carri da guerra dell’Impero Romano.

Quindi, la prossima volta che ti capitano in mano delle specifiche tecniche e ti stupisci per il fatto che le misure sembrano stabilite per il culo di un cavallo, magari poi ti accorgerai di aver fatto la giusta congettura. Visto che i carri da guerra furono costruiti proprio con le misure necessarie a contenere i sederi di due cavalli da guerra, con questo abbiamo risposto anche alla domanda originale.

Ed ora un’utile estensione a questi discorsi. Quando si vede uno Space Shuttle nelle sua rampa di lancio, si notano i due booster attaccati al serbatoio principale. Questi due propulsori sono due razzi a combustibile solido o SRB. Gli SRB sono stati cotruiti dalla Thiokol nei propri stabilimenti situati in Utah. Gli ingegneri che li hanno progettati avrebbero voluto farli un po’ più grossi, ma gli SRB dovevano essere trasportati IN TRENO dalla fabbrica alla rampa di lancio; visto che la linea ferroviaria che collega lo Utah alla base di lancio attraversa nel suo percorso alcune gallerie, i razzi dovevano essere costruiti in modo da passarci dentro. I tunnel ferroviari sono poco più larghi di una carrozza ferroviaria, e come abbiamo saputo le carrozze ferroviarie sono poco più larghe di una coppia di cavalli.

Ne consegue che la misura standard utilizzata nel più avanzato mezzo di trasporto progettato in questo secolo è stata determinata oltre due millenni or sono prendendo a modello due culi di cavallo! 

 

Ecco, ora che avete letto la leggenda, siete pronti per la vera storia, che non è da meno:

http://www.laputa.it/1435-mm-la-vera-storia-dello-scartamento-standard/ 

 

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Buonumore Schio

A ciascuno il suo, furbi compresi

Forse il fatto di uscire dal centro ed attraversare dei boschi per raggiungere la contrada induce qualcuno a pensare di essere giunto in un luogo lontano dalla civiltà e di poter quindi comportarsi in modo incivile.
Attenzione! Non è così. Anche la contrada è frequentata da persone che si interessano del bene comune, anche in contrada è considerato maleducato chi getta in giro rifiuti o non raccoglie le cacche del cane. Perché le cacche non evaporano magicamente voltando le spalle, neanche se sono nel giardino dei vicini o su strade non asfaltate. E anche se sono “bio” fanno schifo lo stesso. Del resto conoscete qualcuno cui piace trovare escrementi nel proprio giardino? E in mezzo all’insalata o alle fragole? Beh, io non mi sono ancora abituato ad avere ogni settimana almeno una cacca di cane davanti a casa, non intendo neanche abituarmi a correre costantemente il rischio di pestarne una nei 30 passi per arrivare alla legnaia e di portarmela in casa e non voglio mai più trovarmi smerdato dalla testa ai piedi perché tagliando l’erba col decespugliatore ci trovo nascosto in mezzo il “regalino” di Fido o di Boby. Avete presente il decespugliatore? Sminuzza e sparge che è un piacere!

Forse i comportamenti incivili funzionano in città, dove le persone sono molte e qualcuno dopo aver rotto o sporcato qualcosa può trovare conveniente la strategia di tacere e far finta di niente, tanto chi potrà mai risalire con certezza al responsabile tra mille? Ecco, in una comunità di 15 persone questo comportamento invece non funziona, quindi chi viene ad abitare in una contrada in collina è bene che lo abbandoni al più presto e si faccia carico delle sue responsabilità.

Tuttavia ogni cosa positiva ha qualche aspetto negativo e viceversa. Infatti è noto fin dai tempi antichi che spargere letame sui terreni favorisce la crescita delle coltivazioni e in tempi non molto lontani i nostri vecchi dedicavano tempo ed energie a concimare non solo gli orti, ma anche una pianta d’alto fusto come il castagno. Non per ottenere più legna, naturalmente, ma per garantirsi castagne più grosse e numerose. Nell’economia di sussistenza questo frutto, insieme alle noci, aveva un ruolo importante di scorta alimentare.
Quindi anche le feci hanno un loro valore per la concimazione e non volendo appropriarmi di beni altrui, credo che comincerò al più presto a restituire ciascuna dose di concime al legittimo proprietario basandomi su parametri quali la taglia e la specie dell’animale con dimensioni e tipologia del “prodotto interno lordo”. Laddove non sia possibile raggiungere una ragionevole identificazione dell’animale di provenienza mi preoccuperò di tenere la cacca a disposizione di chi ne faccia motivata richiesta per 15 giorni dal rinvenimento, senza però poter garantire che finisca accidentalmente confuso o mescolato con deiezioni di altri animali.
Per la statistica, tra il 30 dicembre ed il 1 gennaio ho raccolto 10 diversi “campioni” nel raggio di 15 metri dalla porta di casa. Identificati come: cane di piccola taglia, cane di grossa taglia e… asina. 
Che dite? Vedersi restituito il bisognino di Fido in un bel sacchettino trasparente basterà a sensibilizzare i proprietari? O troveranno ancora più conveniente continuare a fare i furbi e a lasciar vagare i loro animali?

Piccolo promemoria: alcuni articoli del regolamento di Poliza Urbana:

Art. 37
Altri atti vietati
In tutto il territorio del Comune resta altresì vietato in luogo pubblico o aperto al pubblico:

d. lasciar vagare o abbandonare qualsiasi specie di animale;

Art. 42
Circolazione dei cani in luoghi pubblici od aperti al pubblico
Nei luoghi pubblici od aperti al pubblico tutti i cani devono essere muniti di collare, portante l’apposita targhetta
comunale, e dovranno essere tenuti con solido guinzaglio di lunghezza non superiore a centimetri ottanta.
Tutti i cani di grossa taglia, come i mastini, gli alani, i doberman, i pastori, nonché i cani di indole mordace,
dovranno essere muniti anche di idonea museruola.
Nei giardini, negli orti, nelle aie ed in altri luoghi privati aperti, o nei quali non sia impedito l’accesso a terzi, i cani
possono essere tenuti senza museruola, purché siano legati o custoditi in modo da non arrecare danno alle persone.
Potranno essere tenuti sciolti e senza museruola, quando l’accesso a detti luoghi sia chiuso e provvisto di cartello
con l’indicazione “Attenti al cane”.
Possono essere tenuti senza guinzaglio e museruola:
• i cani da caccia in aperta campagna a seguito del cacciatore;
• i cani da pastore quando accompagnino il gregge;
• i cani delle forze di polizia durante l’impiego per fini d’istituto.
Art. 43
Cattura dei cani e di altri animali
I cani e gli altri animali trovati a vagare in luogo pubblico saranno catturati dal personale a ciò addetto.
E’ proibito impedire agli addetti alla cattura l’esercizio delle loro funzioni, come pure cagionare o favorire la fuga degli animali da catturare.